Intervista per HilaryNews (TRADUZIONE INTEGRALE)

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Lorenzo
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Intervista per HilaryNews (TRADUZIONE INTEGRALE)

Messaggio da Lorenzo »

Di seguito trovate la traduzione integrale dell'intervista che, a dicembre, Hilary Duff ha concesso a Josh LeClair, uno degli autori della pagina HilaryNews. Vi ricordiamo che la traduzione è stata realizzata interamente dallo staff di HilaryDuffItaly. Pertanto, se prendete dei pezzi, vi chiediamo di riportare i credits al nostro sito. Grazie mille. ;)
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LA PAUSA E LA MUSICA:
  • J: Cosa ti ha spinto a tornare in studio di registrazione e quali sono i tuoi obiettivi?
    H: Penso sia stato il fatto di essermi presa una pausa così lunga. Si, ho scritto una serie di libri, ma non ho fatto molto altro. Ho conosciuto Mike e insieme abbiamo viaggiato molto. Volevo prendermi una pausa. Dopo tanto lavoro e un tour mondiale così lungo, mi sentivo stanca e non mi divertivo più. Non avevo più una vita privata. Quel periodo è stato cruciale per crescere e per capire chi sono. Non voglio dire che mi è stato detto chi ero, perché lo sapevo di mio.
    Però prima mi sentivo un po’ bloccata: la gente era prevenuta nei miei confronti, mi vedeva in un certo modo, che in parte mi rispecchiava. Tuttavia, mi sentivo come se non potessi crescere e cambiare, quindi mi sono presa questa pausa. Però io sento sempre il bisogno di esprimere la mia creatività, per questo ho iniziato a scrivere il mio primo libro. Sebbene abbia scritto 3 libri [Elixir, Devoted, True, ndr.], questa esperienza mi è servita per capire che la scrittura non è effettivamente la mia passione principale. Poi è arrivata la gravidanza, ero così emozionata.
    J: Ed è arrivato il tuo piccolo bimbo, è adorabile.
    H: Lui è tutto per me. È dolcissimo. Ha un’anima così pura, buona. È fantastico stare con lui ogni giorno. Ma non voglio essere solo una mamma. Ho molto altro dentro di me. Mentre ero incinta, ho scritto dei brani e ho anche registrato qualcosa. Niente di esaltante, certo, ma spiritualmente [tornare in studio] è stato meraviglioso: tornare a quella routine, scrivere, entrare di nuovo in confidenza col mondo della musica. Sono passati 5 anni, tuttora sono in quella fase. Inoltre, inizialmente credevo che, una volta nato Luca, sarei subito tornata in studio, ma poi non è stato così. Il fatto è che mi sentivo veramente felice di essere una mamma, volevo godermi del tempo con lui. Poi, quando ha fatto un anno, mi sono sentita pronta per prendere del tempo per me stessa e per il mio lavoro. Credo che vedere tutte le attenzioni che i miei fan mi rivolgevano ogni giorno – del tipo “Quando avremo nuova musica?” o “Quando tornerai a fare musica?” – e vedere, soprattutto, la loro incredibile insistenza, abbia acceso in me una scintilla, mi sono detta “Wow, le persone vogliono vedermi ancora”.
    J: Ma adesso sarà dura ritornare in tour.
    H: Per quello mi organizzerò. Non penso di fare di nuovo un tour che duri 6 mesi consecutivi, quello si! Dovrò ridefinire tutto in modo più intelligente. Magari fare due settimane di concerti e poi tornare a casa per una settimana. Oppure qualche volta verrà Luca in tour con me, anche se a breve inizierà l’asilo. Ad ogni modo, devo ritenermi fortunata di poter passare così tanto tempo con lui e di non avere un lavoro che mi fa stare fuori casa tutto il giorno, ogni giorno. Magari potrei fare una settimana a Los Angeles e due settimane fuori.
    Sinceramente, mi sento troppo bene ora che ho scritto 7-8 canzoni. Sento di essere nella giusta direzione. Ci ho riflettuto molto prima di arrivare fin qui.

    J: Se potessi ritornare indietro e, per ogni tuo album, scegliere quale canzone sarebbe dovuta essere un singolo, quali sceglieresti?
    H: Caspita, non ricordo nemmeno quali canzoni sono in quale album! Sai quale canzone adoro e canto sempre a Luca? Shine. Amo quella canzone. Ma se la rilasciassi adesso come singolo, non la considererebbe nessuno, perché all’epoca [2004, ndr.] la musica era del tutto diversa. Ma mi piace davvero tanto. Dell’album Dignity adoro “Happy”, credo che sarebbe stato un bel singolo, perché esprime perfettamente quello che stavo passando in quel periodo. Invece per quanto riguarda i primi dischi… Non ho idea. Da Metamorphosis sceglierei…
    J: “Party Up”?
    H: Forse…
    J: “Workin’ It Out”?
    H: Oooo “Workin’ It Out”, mmh.
    J: “Metamorphosis”?
    H: Sai cosa? Mi piaceva davvero tanto quella canzone. Si, quella sarebbe stata forte come singolo.
    J: Rappresenta perfettamente il messaggio dell’album.
    H: Quando ho iniziato con la musica, era piuttosto complesso. Non avevo del tutto il controllo sulle canzoni da scegliere. Non le scrivevo ancora io. Non potevo decidere di tenere una canzone, che magari avrei volute rilasciare come singolo. La musica è cambiata da allora e oggi gli artisti hanno molto più controllo.

    J: Durante la pausa dalla musica, qual è stata la cosa più importante che hai imparato su te stessa e come la metterai in pratica in questa nuova era?
    H: Lo accennavo proprio prima: quando sei molto impegnato, hai tutta la giornata pianificata, ogni giorno, e non fai altro che lavorare. È difficile restare sempre coscienti e dire “questo è quello che voglio!”. Sei come rinchiuso in una nuvola. La tua visione è annebbiata. Diventa difficile capire cosa ti piace veramente, con chi vuoi davvero uscire, cos’è che ti soddisfa, cosa ti rende felice. Credo che a un certo punto mi sia sentita persa. Dovevo fermare tutto. Quando ho finito il tour, ho licenziato il mio manager, ho concluso il contratto con la casa discografica: non dovevo più niente a nessuno. Ho interrotto la mia linea di moda. Ho chiuso con tutto. E il fatto è che ogni progetto era nel pieno del suo successo, per questo tutti sono rimasti scioccati. Ma avevo bisogno di respirare. Mi serviva spazio. Credo che nel periodo di pausa abbia realizzato come prendermi cura di me stessa, perché fino a quel momento c’erano state troppe persone che si prendevano cura di me. Ho imparato a vivere da sola. Ho scoperto che adoro cucinare. Ho ristrutturato casa. Ho scoperto che adoro il design per interni. E ho dovuto interrompere i rapporto con un gruppo di amici che, ho capito non essere giusti per me. Ho trovato la giusta cerchia di amici ed è una piccola cerchia. Ma è composta dalle persone a cui tengo veramente e che si preoccupa veramente per me. Si è trattato di una pulizia generale, una purificazione. Ho imparato a essere forte. Ho imparato a rialzarmi in piedi da sola. E ho persino aiutato persone a me molto vicine a rialzarsi. Mi sono sentita molto responsabile. È stato anche un periodo triste e difficile, perché a volte mi sono sentita sola. Ho dovuto affrontare la fine di un fidanzamento che è stata bella tosta e credo di essere riuscita a stare bene con me stessa. E questo è stato un passo importante. Per esempio, un passo importante che penso tutti i ragazzi attraversino quando vanno all’università sia il distacco dai propri genitori, dalla comodità della propria casa, ecc. Diciamo che io ho dovuto affrontare questo processo a modo mio!
MUSICA E CASE DISCOGRAFICHE:
  • J: Non so se puoi parlarcene e so che ti piace tenere tutto in segreto, ma hai firmato con una nuova casa discografica?
    H: No, non ancora. Ne sto tuttora discutendo durante incontri di lavoro, e c'è del potenziale. Firmerò sicuramente con una casa discografica. Molti hanno ipotizzato che io volessi fare tutto da sola, in modo indipendente. Ma credo che le etichette discografiche siano molto importanti. Tuttavia al momento non ne ho bisogno. Nel senso che sono ancora in studio di registrazione e sto lavorando con tutti gli artisti con cui voglio collaborare, senza un'etichetta. Sto producendo la mia musica per le varie case con cui sono in trattativa. Sono entusiaste del lavoro che stiamo facendo, io sto cercando di giocare le carte giuste. Sto ancora scrivendo e registrando brano, e sto ancora valutando molte canzoni che amo. Ci sono alcune canzoni che ho registrato, ma che non ho scritto. Però sono comunque diventati dei demo, perché non sono snob su queste cose, non mi impongo che devo essere io a scrivere tutte le canzoni dell'album.
    Quindi sono ancora in questa fase, ci saranno ancora miglioramenti. Verso la fine, consegnerò l'album, valuterò eventuali note e cambiamenti proposti, magari correggerò qualcosa e poi firmerò.

    J: Quindi sarà quando firmerai che avremo tutte le novità?
    H: Ragazzi, sicuramente le avrete. E sono sicura che saranno grandi notizie! Spero di riuscire ad uscire con un singolo nella tarda primavera [maggio, giugno 2014].
    J: È tutto molto eccitante!
    H: Lo so! Sono molto emozionata! Non so ancora quale sarà il singolo. Di solito su questa scelta, l'etichetta ha molta influenza. Ma ci sarà!
FILM E CINEMA:
  • J: Dopo aver fatto una serie di film dal grande budget (in inglese, “mainstream”), hai recitato in diversi film indipendenti. Quale di questi ultimi ha significato di più per te? Cosa hai imparato nel lavorare affianco a John Cusack e ai premi Oscar Ellen Burstyn e Melissa Leo?
    H: Mi piacciono i mainstream che ho fatto, significano molto per tantissime persone. Tuttora molti vengono da me e mi dicono “Cinderella Story è il mio film preferito in assoluto”, lo stesso accade con Nata per Vincere, o tutti gli altri. Ogni volta che danno in tv The Perfect Man, mia sorella mi dice “Aww c’è The Perfect Man, in questo momento sto piangendo!”
    J: Che dolce.
    H: Si, lei è troppo, troppo dolce.
    J: Ogni volta che trasmettono un tuo film, lo guardo sempre…
    H: Credo che le persone si emozionino a guardare i miei film perché ti fanno sentire un ragazzino. In effetti, la prima volta che li hai visti eri un ragazzino, e in quel momento quel film significava molto per te.
    Dopo i miei primi grandi film, mi sentivo imprigionata sempre nello stesso ruolo e, in un certo senso, a volte, ancora mi sento così. Ho dovuto fare molte audizioni per vari progetti, andavano molto bene ma alla fine mi sentivo dire “No, non è quello che cerchiamo.” So che nella metà dei casi, il motivo era che il mio nome era molto legato al mio passato. Non è giusto ed è dura accettarlo, ma questo non mi ha fatto arrendere. Prima di fare una cosa, devo essere certa che quello sia il progetto giusto, o la persona giusta con cui lavorare, o il posto giusto al momento giusto.
    J: Tu sei determinata.
    H: Sai che lo sono! Sono combattiva! Si, a volte mi sentivo un po’ giù, ma credo che ogni attore famoso abbia avuto la stessa sensazione nel corso della propria carriera. La cosa importante è essere sempre contenti di quello che si ha. Per questo motivo, per un certo periodo ho fatto tutti quei film indipendenti, dove a volte sul set è stata piuttosto dura – il cibo scarseggia, vieni pagato pochissimo, si lavora per lunghissime estenuanti ore. Ma molti di questi film sono stati bellissimi. Quando ho fatto War, Inc. con John, ricordo che lui mi chiamò al telefono e mi disse “Per questo film voglio te. Non ti ho mai incontrata, ma credo che saresti perfetta. Penso che interpreteresti questo ruolo magnificamente. E ho sentito dire che sei molto brava a fare gli accenti!”.
    J: Dovevi essere sicuramente molto felice.
    H: Non ci potevo credere! Il mio agente mi chiamò e mi disse “John Cusack ti vuole.” E io “Cosa?” Lui mi aveva chiamata sul mio cellulare. È stata la cosa più incredibile che mi sia mai successa, una delle esperienze più belle che io abbia mai avuto, avere l’opportunità di recitare con lui e di cogliere quell’occasione per dare il meglio di me. Stessa cosa nel lavorare con Melissa Leo [che ha interpretato la madre di Hilary in According to Greta], che adesso si trova all’apice della sua carriera. Lei è una grandissima attrice. Mi sento fortunata di aver potuto fare tutte queste esperienze. Greta è stato il primo film in cui ho fatto tutto per conto mio, sul set vivevo da sola. Per questo una parte del mio cuore è totalmente riservata a quel film. Anche se credo che lo abbiano visto in 9 persone.
    J: Ma no, tutti i tuoi fan adorano quel film! Spero che molte più persone lo abbiano visto.
    H: A volte, nel caso dei film indipendenti, succede che la casa di produzione non ha abbastanza risorse per fare una vera promozione. E purtroppo questo non dipende da te, è fuori dal tuo controllo.

    J: Cosa ne pensi dei film horror e dei thriller? Ne gireresti mai uno?
    H: Decisamente si, lo farei. Ma mi fanno paura. Non riesco mai a guardare i film di paura. Anche a Mike fanno paura, l’ultimo horror che ha visto penso sia Il sesto senso, è terrorizzato. Dice “Non voglio vedere persone e fantasmi, o qualcosa come Poltergeist.”
    J: A me piacciono un sacco, mi piace essere spaventato.
    H: Mi spaventano! Tra l’altro guardo un sacco di serie tv che fanno paura, ma non c’è niente da fare, non riesco a guardare i film horror. Comunque girerei molto volentieri qualcosa del genere. Ho letto molti copioni di film horror che mi sono stati proposti. L’anno scorso ce n’era uno che mi aveva colpita. Ma il fatto è che c’è un confine molto sottile tra un film dall’horror scadente e un film di paura come si deve e ben scritto. Non ho ancora trovato quello giusto. Ma decisamente si, lo farei!

    J: Molti dei tuoi primi film sono stati dei grandi classici, destinati a un pubblico giovane, ma giudicati negativamente dalla critica. Al contrario, invece, i film indipendenti in cui hai recitato non hanno avuto lo stesso successo, ma la tua recitazione è stata molto elogiata e apprezzata dalla stessa critica. Se potessi tornare indietro per scegliere che film fare, cambieresti idea sui primi film?
    H: No, non cambierei nulla, perché ogni progetto nella mia carriera è stata un’esperienza che mi ha fatto crescere, a prescindere da quello che la critica ha detto. Certo, quando esce un album mi interessa come viene giudicato. Ma non era così quand’ero più giovane. La gente che giudicava i miei film era anni luce più grande del pubblico di spettatori a cui erano rivolte le pellicole. I mainstream hanno avuto tutti un gran bel successo, il che significa che probabilmente chi li andava a vedere restava soddisfatto, perché era proprio a loro che erano destinati, ai giovani della mia età [Hilary ha girato quei film all’età di 15-18 anni, ndr].
    Quindi, apprezzo tantissimo che nei film indipendenti che ho fatto, la gente ha potuto vedere che so recitare e che un talento ce l’ho. Ma non cambierei il passato, non penso sia giusto farlo. Il passato ci serve per crescere. Seppure avessi mai floppato o non avessi ottenuto un ruolo a causa delle mie scelte passate, devo comunque tener conto di tutto ciò di cui sono orgogliosa ed essere capace di lottare e lavorare sodo per ottenere quello che voglio.
    Mi sento ancora molto giovane. Credo che i mainstream che ho fatto, siano, a volte, la ragione per cui non mi vengono offerti film in cui mi piacerebbe recitare adesso, ma so quanto quei film significhino per tantissime persone, per cui devo essere fiera e grata anche nei confronti di quei progetti. Questa è stata una delle cose più importanti che io abbia imparato in questi 5 anni di pausa: non vergognarmi del mio passato e di cosa mi ha portato fin qui. Devo dire che ho dovuto lavorare molto perché le persone mi vedessero maturata, mi vedessero come una donna adulta. Tutto sta nel riuscire ad andare oltre, e nell’essere sempre contenti del passato da cui proveniamo.

    J: Parlando di film dal grande budget (i cosiddetti “blockbuster”), sappiamo che ti sono stati offerti diversi ruoli negli ultimi anni. Come mai hai rifiutato? Non eri interessata alle parti?
    H: Già, non lo ero. Sentivo che molti di questi film non fossero più “al passo coi tempi”. Io invece di solito cerco di guardare avanti. Spero che questo non mi porti nella direzione sbagliata. Mi sento molto fortunata di poter scegliere i miei progetti. A volte mi domando “Sto facendo la mossa giusta?”, oppure “Vale realmente la pena di accettare la parte, consapevole del fatto che sottrarrei del tempo al mio ruolo di madre?” In quel caso dovrei pianificare tutto, far coincidere gli impegni: tutto deve essere perfetto, il che a volte è molto difficile. Inoltre, ho un gruppo di persone, dove ognuno ha la sua opinione. Magari per il tuo agente, devi fare quel film e invece per il tuo manager, è meglio di no. Oppure sono io a non essere convinta. Ci sono tanti fattori in gioco.

    J: Ti sei presa una pausa da queste grandi pellicole e hai recitato in vari film indipendenti. Tra tutti questi, quali sono quelli che ti hanno dato di più?
    H: Se la giocano War, Inc. e Greta. Perché War, Inc. è stato il primo film in cui ho lavorato al fianco di grandi star del cinema. È stato completamente diverso. In Bulgaria nessuno parla inglese, sembrava di stare in uno strano sogno! Era pieno inverno, la nebbia durava giorni, spesso non potevi uscire fuori perché non si vedeva nulla. È stato tutto surreale, lavoravo accanto a tutte queste persone fantastiche. Poi mi hanno detto “Abbiamo bisogno che ti tinga i capelli di nero e lo facciamo subito”. Ho dovuto dire di si, sapevo che quella era un’opportunità preziosa per me. Direi che lì ho trovato molta forza e sono fiera del lavoro che ho fatto.
    Per quanto riguarda Greta, invece, ho pensato subito che fosse un film che rispecchiasse lo stato d’animo e i sentimenti di moltissimi adolescenti, tra cui molti dei miei fan. Nel film, cammino in modo bizzarro. In Greta c’è decisamente un lato di me. È stato divertente immedesimarsi in quel ruolo, perché solitamente non sono così arrabbiata con tutti e tutto. Però, in parte, io e Greta siamo molto simili. È stato davvero divertente.
    J: Succede lo stesso a me. Non mi arrabbio molto facilmente.
    H: Si, nemmeno io. L’altro giorno, però, sono esplosa con un paparazzo. È stato brutto.
    J: Sono terribili.
    H: Già. Non mi diverte questo lato del mio lavoro. Però c’è da dire che alcuni sono più gentili di altri. Onestamente, non è che li conosca, però ormai conosco le loro facce, perché sono sempre gli stessi che, ogni singolo giorno, mi seguono dappertutto. Cerco sempre di essere educata, ma non ho sempre il sorriso stampato sul volto, perché so che loro saranno sempre e costantemente lì, pronti per scattarti foto. Uno di loro, che non ho mai visto – credo fosse russo, un vero cafone – l’altro giorno mi stava decisamente troppo vicino, poi è andato oltre il limite e non ci ho visto più. La madre inferocita ha preso il sopravvento! Poi mi sono voltata e qualcuno stava filmando tutto. Non mi piace proprio perdere le staffe, ma per me è assurdo che questi tipi mi urtino. Sono sicura che le persone capiranno.
LUCA:
  • J: Hai pensato alla possibilità di portare Luca in giro con te quando sarai in tour?
    H: Voglio dire, non riesco a immagine di stare lontano da lui. Credo che l’arco di tempo più lungo in cui sono stata lontano da lui sia tre giorni. Tuttavia penso che sia salutare allontanarsi a volte, avere un attimo di stacco e del tempo per te stesso. Mi manca tantissimo, Luca è parte di me. Questa cosa mi preoccupa un po’, però voglio ritornare ad andare in tour. Mi manca esibirmi sul palco, mi mancano quelle emozioni. Ci tengo molto, significa molto per me essere capace di arrivare alle persone e di averle di fronte a me. Credo che starà bene in giro con me, altre persone lo hanno già fatto e ha funzionato. Non sono preoccupata di questo. Sono sicura che sarà divertente per Luca. Sta per cominciare un corso all’asilo per i bambini ai primi passi e il prossimo anno inizierà il primo anno di scuola materna. Sono un po’ nervosa. Quando sarà lì, gli farò perdere 2 settimane di scuola alla volta, e magari pretenderò anche che appena rientra sia tutto come prima. Ma volere è potere. Sono sicura che si divertirà, ha già viaggiato molto con noi.
VIDEO dell'intervista.
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